Il mausoleo di Augusto, il più grande sepolcro circolare del mondo, secondo per grandezza solo alle piramidi, aprirà finalmente (ma parzialmente) al pubblico il giorno del Capodanno sacro di Roma, il 1° marzo prossimo.
Si tratta di un vero e proprio evento storico dal momento che il mausoleo era chiuso dal 2007 e anche in precedenza, quando era accessibile, non era – filologicamente – un mausoleo, ma un monumento scomposto e logorato dagli usi più disparati, come vedremo.
Il monumento oggi, infatti, è stato restituito alla sua “funzione” originaria, per quanto possibile naturalmente, attraverso un progetto di recupero e restauro preceduto da indagini archeologiche preliminari e da un concorso internazionale, volto alla rigenerazione anche della piazza. L’obbiettivo era di fare tutto entro il 2014, bimillenario dell’Imperatore. Peccato che il progetto unitario sia stato ostacolato (dalla solita incapacità di fare rete) accumulando un ritardo gigantesco, e alla fine diviso in due: da una parte il bando per la piazza, dall’altro quello per il mausoleo. Per quest’ultimo, dopo la prima fase di restauro conservativo, terminata nel 2019 e realizzata mediante un finanziamento pubblico di 4 milioni e 275.000 euro (di cui due versati dallo Stato, il resto dal Comune), è attualmente in corso la fase di valorizzazione – diretta dalla Sovrintendenza capitolina ai beni culturali e finanziata dalla fondazione Tim.
Ma torniamo al mausoleo (da Mausolo, re della Caria, il cui sepolcro ad Alicarnasso era una delle sette meraviglie del mondo): venne fatto costruire da Augusto nel 28 a.e.c. dopo la vittoria di Azio contro Antonio e Cleopatra: aveva un diametro di 90 metri ed era alto 45 e poteva idealmente contenere tutto il Pantheon. Oggi la sua altezza è ridotta a un terzo.
L’architettura del monumento è organizzata secondo una complessa disposizione; attraverso un lungo dromos aperto a sud si accede alla camera sepolcrale a pianta circolare, oggi completamente ricostruita, ma ancora leggibile, con tre nicchie rettangolari dove erano le urne. circondata da un sistema labirintico di ambienti disposti lungo corridoi a volte altissime, sino al pilastrone centrale, che probabilmente custodiva l’urna di Augusto. Intorno a questa struttura centrale cilindrica si snodano corridoi anulari concentrici. Vera sorpresa per il pubblico sarà quella di scalare le possenti pareti dei cilindri colossali che un tempo svettavano. I tre muri anulari più esterni sono collegati da setti murari e sono disposti radialmente a distanze uniformi. Questi setti delimitano due serie di dodici ambienti, in antico non accessibili, dalla pianta diversificata; gli ambienti più esterni con pianta ad arco di cerchio, mentre le camere più interne presentano una pianta trapezoidale. Il tamburo esterno conserva ancora oggi parte del rivestimento in travertino.
Il primo ad essere seppellito nel mausoleo fu Marco Claudio Marcello, il nipote di Augusto., insieme alla madre di Augusto, Azia maggiore. Seguirono poi Marco Vipsanio Agrippa, Druso maggiore, Lucio e Gaio Cesare, Ottavia minore. Lo stesso Augusto vi fu sepolto nel 14 e fu seguito dai nipoti Druso minore e Germanico, dalla moglie Livia Drusilla e dal figlio adottivo Tiberio. Caligola vi posò le ceneri della madre Agrippina e dei fratelli Nerone Cesare e Druso Cesare; in seguito vi furono portati i resti dell’altra sorella, Giulia Livilla, di Drusilla e di Caligola stesso. Nerone, come in precedenza la figlia di Augusto, Giulia maggiore, vennero esclusi dalla tomba dinastica. Non è sicuro che vi siano stati sepolti l’imperatore Claudio e il figlio Britannico, ma è certo che l’ultimo tumulato fu Nerva, nel 98 (Traiano riposa ai piedi della “sua” Colonna, mentre Adriano costruì un nuovo mausoleo, oggi Castel Sant’Angelo, dove verranno poste le ceneri degli imperatori del II secolo).
Il mausoleo fu travolto dai tempi bui delle invasioni, le urne d’oro rubate e le ceneri sparse (la leggenda attribuisce lo scempio al sacco del 410 e ai Visigoti di Alarico), i marmi riutilizzati o triturati (solo la lapide di Agrippina maggiore si conserva in Campidoglio, chissà se la riporteranno lì).
Col passare del tempo e delle alluvioni il mausoleo venne addirittura ricoperto di terra e di piante. E per centinaia di anni fu una collina urbana in abbandono: il Mons Augustus.
In pieno medioevo in cima al mausoleo sorse una cappella dedicata all’arcangelo Michele, mentre a fianco si trovava la chiesa di santa Maria (o Martina) in Augusto (poi trasformata in san Giacomo degli incurabili).
Nel XII secolo il tumulo fu fortificato come castello e occupato dalla famiglia Colonna. Dopo il 1167 i Colonna furono banditi e la loro fortificazione smantellata.
Nel 1354 sul Mons Augustus venne cremato il tribuno che sognava una Roma comunale su modello dell’antica Res Publica, Cola di Rienzo.
Successivamente il mausoleo fu liberato dalla terra e passò di mano tra diverse famiglie romane, delle quali ricordiamo i Soderini che trasformarono il sito in un magnifico giardino all’italiana. Siamo già nel maturo Rinascimento, il 1546.
Due secoli dopo, ai tempi del Grand Tour, il monumento divenne di proprietà del marchese portoghese Correa. Nello spazio interno del mausoleo venne creata un’arena circolare con gradinate destinata a spettacoli equestri, giostre di animali, cacce e giochi pirotecnici (i “fochetti”). Poteva ospitare tremila spettatori. Nel 1780 si svolse l’inaugurazione: alla romanesca divenne “Arena Corea”, con una erre sola. Tra le manifestazioni che vi si tennero ricordiamo la corrida “alla matriciana”, detta Giostra della bufala.
Nel 1802 l’anfiteatro venne acquisito dalla Camera apostolica. Con Pio VIII (1830 circa) gli spettacoli pirotecnici, di animali e di caccia, furono aboliti per lasciare spazio al solo divertimento diurno: esercizi ginnici e numeri da circo. Nel 1859 ospitò il decollo del primo pallone aerostatico romano.
Dopo il 1870, l’anfiteatro venne acquistato dal conte Telfener che gli cambiò nome in “Teatro Umberto I”: operò solo per alcuni anni, prima di cadere in disuso e venire utilizzato come cantiere per la costruzione dell’Altare della Patria/Vittoriano.
Nel 1906 venne acquisito dal Comune e, grazie all’interessamento dell’Accademia di santa Cecilia, due anni dopo si ristrutturò il teatro trasformandolo in una raffinata (per l’acustica) struttura per concerti/auditorium per la musica, che prese il nome di “Augusteo”.
Negli anni Trenta del secolo scorso la sala per concerti era già caduta in stato di abbandono quasi totale.
Grazie a Mussolini tra il 1936 e il 1940 si addivenne a un complessivo recupero archeologico/urbanistico/paesaggistico del mausoleo e di tutta l’area circostante su progetto dell’architetto Morpurgo: si provvide alla demolizione delle povere case che erano sorte attorno e a ridosso del sepolcro e si condussero lavori di scoprimento dell’edificio, con l’abbattimento dell’ormai fatiscente auditorium. La guerra impedì la restituzione finale del mausoleo a sito archeologico, ma non la ridefinizione urbanistica dell’area e la nascita della piazza Augusto Imperatore, coi suoi magnifici edifici razionalisti e con, per quinta sul lungotevere, l’Ara Pacis – racchiusa nella sua famosa e marmorea teca, demolita e rifatta dal Meyer tra mille polemiche.
Da allora, e per altri ottantacinque anni, non si fece più nulla.
Da marzo però si volta pagina e, Covid permettendo, si potrà riscoprire questo patrimonio dell’umanità – che, a chi scrive, ricorda tanto l’enigmatico quadro del Böcklin, l’Isola dei morti.
Gli organizzatori hanno previsto un itinerario museale che racconta le varie fasi storiche del mausoleo. Anche con il cantiere in corso il pubblico potrà effettuare una visita dell’area centrale e, successivamente, godere anche di contenuti digitali in realtà virtuale e aumentata. La visita durerà circa 50 minuti, dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 16.00 (ultimo accesso alle 15.00). L’ingresso sarà gratuito con prenotazione obbligatoria sul sito www.mausoleodiaugusto.it; dal 22 aprile, e per tutto il 2021 resterà gratuito per soli i residenti a Roma. Ad oggi però è già sold out sino al 21 aprile.
Paolo Casolari
Ricostruzione del “Mausoleo” all’epoca di Augusto
La lapide tombale di Agrippina che era nel Mausoleo ed oggi è conservata in Campidoglio
I “Giardini Soderini”
La Giostra della bufala nell'”Arena Corea”
Giuseppe Garibaldi ospite del “Teatro Umberto I”
L’Auditorium della musica “Augusteo”
L’esterno del Mausoleo/Auditorium dopo gli abbattimenti degli anni Trenta
Le case che circondavano il Mausoleo/Auditorium negli anni Trenta
Piazza Augusto Imperatore, nata con le sistemazioni urbanistiche degli anni Trenta
Il cantiere del Mausoleo oggi
Il rendering della piazza dopo i lavori, in alto a sinistra l’Ara Pacis
L’Isola dei morti del Böcklin