Come costruirsi un larario in casa in tempi di confino. Qualche idea

In un periodo di “confino obbligato in casa” come quello attuale, costruirsi un Larario – per chi già non lo possiede – ove accogliere nel focolare domestico i simulacri dei propri numi protettori da venerare è un modo, forse migliore di altri, per conferire qualità al tempo.

Di larari ne esistevano di diverse fattezze: quello dipinto sul muro a nord-est della domus romana dove venivano rappresentate le divinità venerate, quello a nicchia incassata nella parete, quello a forma di edicola aggettante in pietra, caratterizzata architettonicamente, e infine il tempietto/edicola mobile in pietra.

Mi sono orientato su quest’ultimo modello, scegliendo però come materiale il più “casalingo” legno.

Qualcuno potrebbe obiettare che “in legno” non ci sono pervenuti larari. Vero, ma la ragione è abbastanza intuibile, non si sono conservati. E’ dunque più che verosimile ipotizzare che siano esistiti, soprattutto nei pagi e negli accampamenti delle legioni.

E così ho comunque operato, sia per praticità di rinvenire in casa i materiali, sia per duttilità di costruzione, sia perché l’esito è un prodotto leggero e facilmente trasportabile, sia infine per ravvivare i ricordi di una vecchia passione giovanile per il modellismo.

Da dove cominciare?

Dalle misure.

Se avete già idea di dove porlo, accertatevi che non sia poi troppo ingombrante.

Il mio è 28 cm. (profondità) x 32 cm. (larghezza) x 50 cm. (altezza senza cuspide). Ciò perché la scrivania ad alzata ove era destinato è profonda 28 cm. Le altre due misure sono venute di conseguenza, per mantenere una proporzione armonica, e dopo qualche ripensata notturna.

Tempi di costruzione complessiva: sei/sette sedute di una/due ore. Si potrebbe fare anche più in fretta, ma i tempi di asciugatura della colla vinilica e del colore richiedono sempre pazienza.

Materiali.

Io ho usato:

  • due cassette da vino in legno d’abete (da tre bottiglie);
  • quattro colonnette separatrici di cantinetta in legno di ciliegio;
  • sette piccole cerniere in ottone, da legno;
  • due metri di tondino di legno d’abete del diametro di 0.8 cm.;
  • una manciata di piccoli fregi floreali d’ottone, di tapezzeria;
  • quattro rotelle di legno del diametro di otto centimetri, ricavate da un ramo di olmo;
  • quattro rotelle di legno del diametro di cinque centimetri, ricavate dallo stesso ramo di olmo;
  • quattro cubetti di gomma piuma, ricavati da un imballo;
  • cartone pressato, ricavato da scatole di bricolage.
  • due fogli di cartoncino pieghettato rosso 30 x 20;
  • due piccole decorazioni/suppellettili in legno a forma di pigna e di goccia e una rotellina a forma di medaglione;
  • tre riquadri di feltro con faccia adesiva 30×30, spessi mezzo centimetro;
  • sei colori a olio: bianco lucido, rosso Ferrari, verde bandiera, oro satinato antico, coppale;
  • acquaragia, tre pennelli di varie dimensioni, colla vinilica, pinze, martello, seghetto, chiodi, cartavetrata sottile, nastro adesivo di carta, forbici, metro.

Spesa: circa 30 euro in tutto per i colori, i pennellini, la colla, il tondino di legno, i feltri, le cerniere d’ottone e i fogli di cartoncino pieghettato.

Il resto l’ho rinvenuto nelle frattaglie di casa.

Come procedere.

Da un progettino. E’ consigliabile disegnare prima l’edicola che intendete costruire e stabilire minuziosamente le misure: è infatti importante averle sempre tutte sott’occhio in corso d’opera, visto che si tende spesso a deviare senza accorgersene.

Si inizia con il costruire la parte più facile, quella posteriore, la camera. Qui la scatola di legno mi ha aiutato perché era a misura e conteneva già tre nicchie, molto utili per la successiva posa delle statuette. Poi si passa al portale della camera e alle antefisse di spalla. E queste sono da costruire a misura ricavando delle barrette di legno dalle cassette da vino. Per la serratura del portale ho utilizzato quella già presente.

Per il portico anteriore ho invece utilizzato le quattro colonnette separatrici di bottiglie, avanzate da uno scaffale cantinetta.

Ho così definito le colonne, i capitelli e il selciato anteriore; per i capitelli, mi sono servito delle rotelle di legno di due dimensioni ricavate dal ramo di olmo e dei cubetti di gommapiuma (per differenziare “architettonicamente”):

Una volta completate le due parti del corpo dell’edicola, meglio se si verniciano prima di assemblarle.

La tenuta d’insieme della camera e del portico è assicurata dalle basi, inchiodate l’una all’altra con chiodini senza testa e poi incollate. Sotto la base come piano d’appoggio e stabilizzante ho incollato il riquadro di feltro.

Poi sono passato a costruire il solaio, tetto e i due timpani dell’edicola.

Il solaio è da composto con barre di legno incorniciate che poggiano sulla camera e sulle colonne. E’ questa la parte più brigosa perché il solaio va fatto da zero, senza modello, e posto meticolosamente in squadro, incollato e inchiodato con pazienza e misura in modo che collimi a piombo col corpo dell’edicola, con le colonnine, con i capitelli e con il tetto.

Per il tetto, ho sagomato a misura e unito i due spioventi (i coperchi delle cassette da vino) con tre cerniere, ho rinforzato incollandovi sopra due riquadri di feltro e su questi ho poi incollato il cartoncino rosso plissettato, che simula le tegole.

I timpani sono l’ultima parte da inserire e vanno incorniciati coi tondini di legno posti a triangolo. Per i timpani ho scelto come materiale il cartone pressato, dipinto di bianco: sia per quello anteriore, dove ho riprodotto i lari e i genii della Casa dei Vettii di Pompei, sia per quello posteriore, solo bianco.

Per il timpano anteriore, ho poi ricoperto l’immagine, già incollata, con una pellicola trasparente protettiva, sagomata alla bisogna.

Infine ho decorato con i fregi floreali colonnine e fronte del solaio, ho fissato sul tetto le cuspidi a pigna e a goccia: la pigna davanti, e ho rifinito il timpano con un medaglione bianco.

Per i colori ho scelto il bianco per l’edicola tutta, il bianco e il rosso per le colonnine, il verde per il selciato, l’oro per i fregi, per la pigna anteriore, per le cerniere e per la serratura, il coppale per le porte e gli interni. L’effetto è quello del tricolore italico.

Il larario è stato completato il 21 aprile MMDCCLXXIII a.U.c.

So che mancano alcune descrizioni di dettaglio, ma penso che possano aiutare le foto che allego del work in progress.

Valete e … buon lavoro se qualcuno ha voglia di cimentarsi.

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P.C.