La mostra-campione dei marmi Torlonia, aperta ufficialmente dal 14 ottobre 2020, di fatto da fine aprile 2021, sta per chiudere.
In attesa che si definisca l’annoso tira e molla tra i principi e lo stato italiano sul destino (definitivo?) della più importante collezione privata al mondo di statuaria romana e greca, ancor oggi non chiaro, accontentiamoci di questo assaggio di 92 opere- su 620 complessive – esposte per la prima volta al pubblico in Campidoglio (qui lo stato della trattativa: https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/il-destino-della-collezione-dei-marmi-antichi-torlonia/136263.html).
Si tratta comunque di una selezione d’inestimabile valore e bellezza, testimonianza preziosa dalla storia del collezionismo di antichità a Roma e in Italia.
Come ha spiegato a suo tempo il curatore Salvatore Settis (prima che tutto venisse sospeso e rinviato per Covid), i visitatori della mostra hanno avuto – e hanno ancora sino al prossimo 29 giugno – l’opportunità di sperimentare come fosse inizialmente il museo Torlonia, fondato nel 1875 ma da anni inaccessibile, in cui il Principe Alessandro aveva riunito le diverse collezioni di famiglia.
La collezione Torlonia infatti è una collezione di collezioni: Cavaceppi, Giustiniani, Villa Albani, Visconti, Da Carpi per citare le più importanti.
Il percorso s’apre con l’evocazione del Museo Torlonia, usando nella prima sala lo stesso colore rosso pompeiano che era alle pareti del Museo di fine ‘800.
Si prosegue con le sculture trovate negli scavi del XIX° secolo e quanto custodito nel 1700 a Villa Albani e nello Studio Cavaceppi (terza sezione).
La quarta sezione è dedicata alla collezione del ‘600 di Palazzo Giustiniani, una raffinata raccolta che non a caso è avvenuta per mano di uno dei maggiori conoscitori europei d’arte del suo tempo, lo stesso Marchese Vincenzo Giustiniani.
La quinta sezione si concentra sugli oggetti passati di collezione in collezione dal 1400 a oggi.
Giunti quasi alla fine del percorso si può ammirare l’imponente primo catalogo del 1884, in cui erano state censite con fototipie tutte le opere della collezione.
Il giro si chiude nel cuore dei Musei Capitolini – nell’Esedra del Marco Aurelio – dove sono custoditi i bronzi che papa Sisto IV restituì al popolo romano nel 1471 (https://www.archeomedia.net/roma-ricomposta-la-mano-del-colosso-bronzeo-di-costantino-sinergia-tra-musei-capitolini-e-louvre/), creando di fatto il gruppo di opere pubbliche che andò più avanti a costituire il primo museo pubblico del mondo, i Musei Capitolini appunto.
A seguire la rassegna fotografica di gran parte delle opere esposte.
P.C.