Le Grazie e le Muse nella visione neoplatonica del compositore Gaffurio

john_singer_sargent_002_apollo_e_le_nove_muse_1925Pubblichiamo la seconda parte del commento ragionato all’enigmatica illustrazione neoplatonica a corredo dell’opera “Practica musice” di Franchino Gaffurio, trattatista musicale italiano del Quattrocento. Gaffurio nacque a Lodi il 14 gennaio 1451, di famiglia originaria milanese e di nobile ascendenza lodigiana per parte di madre. 

Il suo Practica musice è il primo trattato musicale italiano a stampa.

La prima parte del commento la trovate qui: https://www.saturniatellus.com/2017/04/nel-serpente-gaffurio-la-forma-mentis-della-gente-italica-parte-2/

IV gruppo: Urania, Polyhymnia, Euphrosine e la discesa dello spirito

Come Plutone, Nettuno, Giove e i loro equivalenti femminili sono emanazione di Saturno e della Natura Originaria così le Grazie compaiono associate ad Apollo (o a Venere in altri casi) e le Parche al Fato. Immediatamente dopo la prima “emanazione” dello Spirito dall’ Apollo visibile in Euphrosine, Esso si attualizza nella consapevolezza equilibrante di Thalia (“l’accettazione o la vivificazione”) per “ritornare” a Sé con Aglaia. È questo il livello in cui il Fato, quale prodotto impersonale del moto dello Spirito, si materializza come puro risultato della perfetta azione dello Spirito stesso. E per questo esso è immutabile ma non immodificabile. La mitologia greca è ricca di esempi in cui gli stessi Dei, trovandosi di fronte ad una triste sorte per un loro protetto e non potendo essi stessi trasformarla nell’opposto positivo, si risolvono di modificarne gli aspetti rendendone così meno aspra la sofferenza da scontare (si vedano ad esempio i racconti relativi al veggente Tiresia). È proprio il peso del Fato che determina la discesa dello spirito in Urania e la successiva sua condensazione in forme di coscienza sempre meno eteriche e via via più materiali. Ora, quest’essenza che discende, è l’anima immortale del Dio o della Dea o di enti minori che finiranno col generare le differenti forme di vita. L’Ente di per sé, in questo punto del suo essere, entra nel vortice dell’esistenza come cadendo nella forma e nella sostanza, vale a dire riconoscendosi in esse, iniziando a formare una coscienza di sé individualizzata, non impersonale. L’Ente potrebbe aver già “indossato” innumerevoli esistenze ed essersene poi “spogliato” per ritornare al suo stato originario. Tutto ciò non fa che accrescere per esso il peso del Fato nella determinazione della sua personalissima Fortuna che si attuerà, nella nuova esistenza, come buona o cattiva sorte.

Secondo i Veda il Brahmātman, Essere Originario oltre la dualità, per conoscersi si emana in Sat o Essere (Aglaia), Cit o Coscienza (Thalia) e Anānda o Beatitudine (Euphrosine). La Beatitudine rappresenta anche il “rapimento” verso la materia (il ratto di Proserpina da parte di Pluto) attraverso un percorso discendente in nove successive cristallizzazioni (nove come i mesi nell’utero materno e quindi il nove è il numero relativo a noi esseri umani!) sino alla venuta al mondo con l’essenza fissata nella forme viventi dei quattro elementi. In sostanza dall’Ente primordiale emana uno Spirito individualizzato (Nous) che manifesta una struttura armonica (musicale o matematica) potenziale, non materiale che è il Soma. Immediatamente inizia a costituirsi un termine di mezzo, l’Anima (Psyché) stabilizzante tra i due. A questo punto il Soma genera una vita materiale a immagine e somiglianza dello Spirito improntando la sostanza duale (maschio-femmina) più simile alla sua costituzione. Al momento del primo respiro (Anemos) la triplice struttura, materialmente invisibile, dell’Ente, si unisce alla triplice neocreazione corporea (mente, parola o respiro, corpo) attraverso un argenteo cordone ombelicale tra anima e respiro. Di conseguenza il “ritorno” diventa possibile solo grazie al “consapevole duro e abile lavoro” lungo la via di mezzo vale a dire attraverso l’Anima/respiro o Psyché/parola (come le pratiche yogiche del pranayama e quelle ritualistiche delle recitazioni mantiche).

Genera sempre stupore esaminare la vita biologica alla luce della conoscenza ereditata dai nostri avi. Quando l’armonia musicale del Soma, quale codice del DNA, imprimendosi nella materia genitoriale di coloro a lui più simili, dà il via ad una nuova esistenza questa si sviluppa a partire da tre foglietti embrionali (Ectoderma, Mesoderma, Entoderma). In seguito, sotto l’influenza del potere delle sfere, ciascuna Musa trasmette la sua dote, in vario grado e secondo il disegno del Fato, come dono per l’essere che si sta formando. Similmente, dall’Ectoderma si sviluppano i tessuti nervoso ed epiteliale, dal foglietto mesoblastico i muscoli, il tessuto connettivo e i vasi, mentre dall’Entoderma gli organi e le viscere del digerente e le ghiandole. Nel corpo formato l’aspetto esteriore potrebbe variare tra l’Ectomorfo (longilineo), Mesomorfo (atletico), Endomorfo (corpulento), differentemente combinati con le caratteristiche relative agli elementi (quattro costituzioni da cui le dodici tipologie zodiacali). Mentre nella sua ascesa Thalia si libera gradualmente degli involucri pesanti della fisicità esistenziale qui essa, come essenza spirituale che si incarna, acquisisce pesantezza mentre vivifica una successione di rivestimenti di materia (elementi) a sua immagine.

Vale la pena di osservare che, da questo punto in poi, ogni Musa parteciperà, pur in differente grado, alla creazione di ogni singola cellula del corpo che sta prendendo forma attraverso l’unione, la trasformazione, la realizzazione di un nuovo tessuto prodotto sulla “morte” del precedente per realizzare una nuova composizione cellulare.

Gaffurio 1496 frontespizio

Urania, la “celestiale”, appartiene al Cielo Stellato (o Urano). Essa è la Musa dell’astronomia, della conoscenza che spazia ovunque, illimitata. È rappresentata come una giovane donna vestita con un fluente abito azzurro e coronata di stelle mentre tiene un globo in una mano e nell’altra una verga. Nella neo genesi del corpo umano la sua azione corrisponde alla generazione del sistema nervoso. Nel cervello (del corpo formato) alla localizzazione delle aree di produzione dei fattori di regolazione neurologici e ormonali; nei vasi e negli organi preposti influenza la regolazione della pressione sanguigna attraverso i relativi neurotrasmettitori; nella vita in generale provvede a tutti quei cambiamenti improvvisi apparentemente non giustificati da influenze esterne.

Polimnia, del “sacro canto corale”, è legata a Saturno.  Spesso appare col capo velato e il corpo coperto da un mantello bianco. Senza velo indossa una corona di perle. Tiene nella mano sinistra uno scettro e con la destra si atteggia ad arringare. È inventrice dell’agricoltura. Nel corpo influenza sia la formazione intestinale che ghiandolare, alcuni aspetti del sistema respiratorio polmonare e la formazione del tessuto osseo. Nel sistema nervoso centrale regola l’immissione in circolo dei neurotrasmettitori e degli ormoni anche in relazione all’alternanza notte/dì. Concentra gli umori, difende il corpo dalle aggressioni esterne sia in relazione alle difese immunitarie che alla “durezza” delle ossa e alla “compattezza” dei muscoli. Nella vita essa è il ricordo e la sua saggia elaborazione. Consegnerà, al momento opportuno, il corpo alla sua fine e l’anima libera e consapevole o schiava e ignara della verità al volere del Fato. Se l’influenza operata dalla Musa fosse negativa ciò determinerebbe, nel futuro essere vivente, sofferenze dovute a malattie croniche o ricorrenti e incidenti esterni.

III gruppo: Euterpe, Eratho, Melpomene

Euterpe, “la deliziosa”, suonatrice dell’Aulos (simile ad un flauto a due ance) “che rallegra”. E come il soffio che anima il suo strumento essa è collegata a Giove, supremo signore dell’aria al di sopra dell’acqua e della terra, alla sua energia costruttiva, alla forza che esprime e alla sua gioia che anima la vita. Nel corpo genera, a partire dal foglietto mesoblastico, i somiti, strutture metameriche che allungano (l’espansione è una caratteristica gioviana) il tubo neurale. Da essi originano tanto il futuro apparato locomotore che quelle isole sanguigne che determineranno l’abbozzo cardiaco. La spinta energetica dell’organismo biologico e i sistemi che ne sono gli artefici ricadono sotto la protezione della buona sorte impressa da Euterpe. I metabolismi di zuccheri e grassi, nel corpo pesante, dipendono da essa mentre il loro accumulo da Polimnia. Un essere benedetto da Euterpe è agile e muscoloso, gioviale ed espansivo, astuto quando serve e, soprattutto, dotato di fortuna. Tenderà però a sperperare le proprie energie e allora, l’azione inibente del Fato attraverso Polimnia, sarà fondamentale per portare a termine ogni tipo di impresa.

Erato, “l’amabile”, Musa della poetica lirica amorosa indossa vesti finemente pieghettate, tiene una lira tra le mani (a volte lira e arco) ed è coronata di rametti di mirto e roselline. È marziana, sanguigna, spinge all’esagerazione tanto nel combattere che nell’amare. Il suo potere dona al corpo in formazione, principalmente, quei tessuti che andranno a formare da un lato le gonadi e dall’altro la porzione intestinale deputata alla produzione delle immunoglobuline per la difesa dalle aggressioni microbiche. Tuttavia essa partecipa alla continuazione della formazione del sistema nervoso (sia centrale che periferico), a quella degli apparati visivo e uditivo, alla formazione del cuore e dei vasi sanguigni e a quella dell’abbozzo di alcune ghiandole endocrine.

Melpomene, “colei che danza e canta”, Musa della tragedia, “porta del Sole”. Viene raffigurata come una giovane dal fiero sguardo, con in coltello insanguinato sulla mano sinistra e una maschera o uno scettro sulla destra. Indossa sandali di cuoio intrecciati (i coturni) e spesso sul capo ha una corona di rametti di cipresso. I suoi doni riguardano le capacità di generare tutti quei ritmi costanti che legano le attività biologiche dei corpi alle cicliche alternanze del tempo. Quindi partecipa all’origine di quei tessuti che daranno l’impulso contrattile al cuore, l’ovulazione alle ovaie, l’alternanza notte/dì percepita dal sistema nervoso centrale e mediata dall’azione dell’epifisi; è partecipe della maturazione delle gonadi, il suo collegamento con il Sole e quindi con la luce le permette di influenzare la formazione della retina, la produzione della vitamina D e della melanina (nel corpo formato).

II gruppo: Tersicore, Calliope, Clio

Tersicore, “grazia nella danza” è ritratta come una bella fanciulla coronata di ghirlande o di alloro intenta a trovare accordi sulla lira e vestita, come gli aedi, di una tunica leggera e svolazzante. I suoi doni sono legati alla bellezza, alla grazia, all’armonia delle forme. La sua azione nel corpo riguarda il compimento della genesi degli organi genitali, della pelle nei suoi vari strati, delle vene, del nervo olfattivo e, in generale, di tutti quei tessuti responsabili dell’idratazione del corpo. Così come la marziana Euterpe, in un corpo nato e completo, influenza maggiormente le caratteristiche maschili, la venusiana Tersicore potenzia quelle femminili. Essa ha il potere di portare a compimento, a maturazione, ogni aspetto fisico sin qui abbozzato. Nella vita la sua azione va riferita al pieno raggiungimento delle imprese avviate.

Calliope, “dalla bella voce”, matrona della poesia eroica, della narrativa, dell’eloquenza è spesso raffigurata come una fanciulla seduta coronata d’alloro o d’oro e con in grembo uno stilo e delle tavolette di cera o un libro. È evidente la connotazione mercuriana della musa che comunica, mediando in maniera neutrale, attraverso il linguaggio. Nel corpo governa gli scambi a qualunque livello, da quello impercettibile delle membrane cellulari a quello ben più evidente dell’aria respirata, influenza i trasporti dell’ossigeno e dei nutrienti attraverso il sangue, condiziona le risposte fisiche agli stimoli attraverso la trasmissione del segnale nervoso e rende concreti i comandi uraniani, saturniani e gioviani corporalmente espressi attraverso neurotrasmettitori e ormoni. L’azione generatrice della musa riguarda il completamento delle strutture che costituiscono il fegato, i polmoni, gli organi del digerente e il sistema nervoso periferico. Nell’esistenza umana la facilità o difficoltà nei rapporti con gli altri, la riuscita felice o meno dei propri traguardi sociali e finanziari, la semplicità o la complessità delle situazioni che si devono affrontare, dipendono dalla Fortuna individuale che la musa esprime sotto l’autorità del Fato.

Clio, “colei che celebra e glorifica”, Musa della storia e della poesia epica, coronata d’alloro tiene una tromba nella mano sinistra e una pergamena nella destra. Nello schema presentato da Gaffurio essa è collegata con la Luna, il primo astro che si incontra dopo l’elevazione spirituale dalla matrice terrestre. Similmente, nella discesa dell’energia spirituale che si fa carne, la Luna è l’ultimo corpo celeste prima della conclusiva condensazione materiale che porterà alla nascita di un nuovo essere. Celebrazione e glorificazione ben rappresentano il corso della “storia” (Fors o Fortuna individuale) di un ente che, attraverso il suo soffio, anima la Terra e gli elementi che essa contiene. La ciclicità del tempo rappresentato dal ripetersi degli avvenimenti del passato che si ripresentano sotto altre forme ricorda, nel corpo, l’alternarsi dei cicli ormonali, dei ritmi circadiani, delle fasi della vita e, soprattutto, nel feto appena diventato completo l’imminenza della nascita. Clio, la cui energia è di tipo lunare, esercita la sua influenza su tutto ciò che concerne i liquidi in ogni compartimento corporeo (occhio e orecchio, sangue, pleura, liquido cefalorachidiano ed extracellulare), attraverso l’ormone epifisario dona quiete e mitiga la sessualità sia nello stimolo (la melatonina da l’impulso al riposo) che nello sviluppo (limita la grandezza delle gonadi). Un po’ come la verità storica contiene l’esaltazione eroica, allo stesso modo il dono della Musa smussa e regolarizza gli eccessi elargiti dalle altre sue sorelle. Tuttavia la virtù più grande che essa sa suscitare è quella dell’intuizione tale da portare un sensibile alla veggenza.

Talia, Musa della commedia e della satira, Grazia e Nereide deriva il nome da thallein (fiorire). E’ coronata di edera, reca in mano una maschera e calza stivaletti a mezza gamba (“socco”). Qui rappresenta la venuta al mondo, “Le Monde” dei Tarocchi di Marsiglia, XXI carta che simboleggia un essere né totalmente femminino né totalmente mascolino nell’aspetto, con una verga rivolta in alto nella mano sinistra e una rivolta in basso nella destra, all’interno di un ovale di ghirlande intrecciate e circondata dagli emblemi dei quattro elementi. È l’essere che in sé racchiude la fusione degli elementi, frutto della condensazione energetica dell’uovo cosmico in una forma biologica, in grado di dominare i due flussi di potere spirituale (ascendente e discendente: le verghe). Il nuovo essere nasce, liberandosi dalle acque lunari, sulla terra costretto a respirare aria, a scaldarsi, a bere e a nutrirsi di cibi solidi. Tuttavia, se sarà capace di ascoltare il canto della Natura in lui, la sua Thalia interiore sarà parimenti in grado di elevarsi sino alla prima sfera, quella lunare, fino a guadagnarsi (in vita) sfera dopo sfera la libertà oltre le stelle.

Fabio Lattanzi