Nel Salento è tornata alla luce una statua di grandi dimensioni databile al IV secolo a.c.. Secondo gli archeologi potrebbe essere identificata come la Minerva del Tempio che indicava il luogo sacro esatto in cui, secondo quanto canta Virgilio nell’Eneide, l’eroe Enea sbarcò in Italia dopo la caduta di Troia. La scoperta risale a inizio luglio ed è avvenuta a Castro (in provincia di Lecce), lungo la costa orientale della penisola salentina. Qui l’archeologo Amedeo Galati, che aveva già individuato i resti di strutture murarie riconducibili alla “rocca con il Tempio di Minerva” raccontata da Virgilio, ha rinvenuto ad oltre tre metri di profondità un busto marmoreo colossale femminile con veste drappeggiata databile al IV secolo avanti Cristo. Ad una prima analisi, sembrerebbe proprio raffigurare la dea Minerva.
La statua appare acefala e priva di altri dettagli anatomici. Durante lo scavo gli archeologi hanno rinvenuto anche la falange di un dito e un braccio. Se si riuscisse a ricomporre tutta la scultura, risulterebbe alta almeno quattro metri. Quello che è sicuro è che il drappeggio della veste che caratterizza la decorazione del busto ha svelato diffuse tracce di rosso porpora. Le indagini, finanziate con fondi della Comunità europea e del comune di Castro, si stanno svolgendo in un’area espropriata dieci anni fa a privati, e continueranno nei prossimi giorni sotto l’egida della soprintendenza per i Beni archeologici di Taranto, l’Università del Salento. Nel frattempo, tutti i reperti recuperati sono stati trasferiti presso il museo archeologico di Castro che ha sede nel locale castello aragonese.